La madame
SONO UNA MAESTRA IN PENSIONE. AMO LA COMPAGNIA, LA MUSICA, MI PIACE SUONARE, VIAGGIARE, COMUNICARE INTERESSI, SENTIMENTI, VOGLIA DI VIVERE. MI PIACCIONO LE PERSONE CHE NON SONO AVARE IN QUESTO SCAMBIO.
giovedì 25 febbraio 2016
lunedì 15 giugno 2015
LA PAROLA CI FA UGUALI
C'E' UNA SCUOLA GRANDE COME IL MONDO.
Ci insegnano maestri, professori,
avvocati muratori,
televisori, giornali,
cartelli stradali,
il sole, i temporali, le stelle.
Ci sono lezioni facili
e lezioni difficili,
brutte, belle, e così così
Ci si impara a parlare, a giocare,
a dormire, a svegliarsi,
a volere bene e perfino ad arrabbiarsi.
Ci sono esami tutti i momenti,
ma non ci sono ripetenti:
nessuno può fermarsi a 10 anni,
a quindici, a venti,
e riposare un pochino.
di imparare non si finisce mai,
e quel che non si sa
è sempre più importante
di quel che si sa già.
Questa scuola è il mondo intero
quanto è grosso:
apri gli occhi e anche tu sarai promosso.
Gianni Rodari.
Finchè ci sarà uno che conosce 2000 parole e un altro che ne conosce 200, questi sarà oppresso dal primo. La parola ci fa uguali.
Scuola 725
sabato 13 giugno 2015
domenica 9 novembre 2014
Acero e Ginkobiloba
L'autunno è una delle stagioni che preferisco per la bellezza dei
colori che esplodono nei giardini, nei viali, nelle città,
nella campagna. I colori si lasciano ammirare in tutte le loro
tonalità e sfumature e non vorresti mai che quella luce, si
allontanasse dal paesaggio e dalla vista
Luce e colore però svaniscono lasciando sentimenti,
immagini, emozioni che sensibilità speciali riescono a fermare e
a rendere universali.
Sono più miti le mattine
e più scure diventano le noci
e le bacche hanno un viso più rotondo.
La rosa non è più nella città.
L'acero indossa una sciarpa più gaia.
La campagna una gonna scarlatta,
Ed anch'io, per non essere antiquata, mi metterò un gioiello.
Emily Dickinson - L'estate è finita
Una breve descrizione, che fa riferimento ad alberi e luoghi
lontani da noi, ma che diventano vicini perchè la natura si
manifesta in tutta la sua bellezza e si fa ammirare in tutti i
luoghi del mondo non negandosi alla vista di alcuno, è:
Il rovescio del sublime
da Collezione di sabbia di Italo Calvino, Arnoldo Mondadori
capitolo IV, La forma del tempo,Giappone
Lo scrittore in visita al palazzo di Sento in Giappone scrive:
Le foglie degli aceri a novembre diventano d'un rosso scarlatto
che è nota dominante del paesaggio autunnale giapponese,
spiccando sullo sfondo verde cupo delle conifere e sulle varie
tonalità di fulvo, di ruggine e di giallo degli altri fogliami. Ma
non è con un atto di sfacciata prepotenza cromatica che gli
aceri s'impongono alla vista: se l'occhio viene calamitato da
loro come inseguendo il motivo di una musica è per la
leggerezza delle foglie stellate, come sospese attorno ai rami
sottili, tutte orizzontali, senza spessore, tese a espandersi e
insieme a non ingombrare la trasparenza dell'aria.
Gialle del giallo più acuto e luminoso sono invece le foglie del
Lo scrittore in visita al palazzo di Sento in Giappone scrive:
Immagine dal web: giardino Palazzo Sento |
che è nota dominante del paesaggio autunnale giapponese,
spiccando sullo sfondo verde cupo delle conifere e sulle varie
tonalità di fulvo, di ruggine e di giallo degli altri fogliami. Ma
non è con un atto di sfacciata prepotenza cromatica che gli
aceri s'impongono alla vista: se l'occhio viene calamitato da
loro come inseguendo il motivo di una musica è per la
leggerezza delle foglie stellate, come sospese attorno ai rami
sottili, tutte orizzontali, senza spessore, tese a espandersi e
insieme a non ingombrare la trasparenza dell'aria.
Gialle del giallo più acuto e luminoso sono invece le foglie del
ginko, che cadono in pioggia dagli altissimi rami come petali di
fiori: infinite foglioline a forma di ventaglio, una pioggia
continua e leggera che pigmenta di giallo la superficie del
laghetto. [...] Tra quel fiammeggiare di colori, quei rami neri e
stecchiti fanno un contrasto funereo. Passa uno stormo di
(aggiunta) ...e quando l'ho visto non ho resistito e l'ho fotografato |
il cielo, a godersi il sole di novembre. [...]
Il Giappone è lontano migliaia di chilometri dal mio paese, ma gli alberi intorno al mio quartiere hanno potuto ben interpretare tutta la poesia che Calvino ha fermato con pensieri e parole, nel descrivere un momento d'autunno durante la visita nel giardino del palazzo di Sento in Giappone.
immagine dal web |
domenica 2 novembre 2014
I Pupi di Zucchero a Palermo.
Paese che vai usanze che trovi
La festa dei Morti il 2 Novembre
Le pasticcerie e i dolci delle feste prima di Natale
Dal capitolo 9 di Via XX Settembre, di Simonetta Agnello Hornby - Narratori Feltrinelli-pagg. 66-72
Palermo i tetti di Prizzi - Nino Belmonte
[...] La prima festa religiosa dopo il trasloco a Palermo fu quella dei Morti, il 2 Novembre. era
una festa importante, soprattutto per i piccoli: fino ai primi del Novecento era stata la sola in
cui ricevessero regali. Per tenere viva la memoria dei defunti e sottolineae la continuità tra vita
e morte si diceva loro che quei regali li avevano portati, per l'appunto i morti di famiglia.
[...]
I pupi di zucchero appartenevano a una tradizione secolare- chi la voleva rinascimentale, chi
islamica. Una volta papà mi aveva fatto entrare in un laboratorio e mi era stato spiegato come
si facevano:
[...] solo il davanti veniva pittato e decorato, dietro rimaneva grezzo. La fantasia dei pasticcieri
non conosceva limiti; usavano tutto quello che avevano a disposizione per abbellire i pupi: non
solo perline di zucchero e confetti, ma anche - con parsimonia, in quanto non commestibili -
bandierine di carta bianca, argentata, dorata, rossa, verde; stoffe per le gonne dei paladini;
merletti, veli e tulle per gli abiti delle damine, i tutù delle ballerine e i costumi delle danzatrici
esotiche; stagnola per le armature; legnetti e piume per gli elmi dei guerrieri, i cappelli dei
garibaldini e le acconciature femminili. Nelle buone pasticcerie i coloranti erano rigorosamente
naturali: pomodoro per il rosso, foglie e verdure per il verde, seppia per il nero e zafferano per
il giallo.
[...] I pupi ,invece, erano esposti sugli scaffali alle spalle del venditore insieme ai cestini dei
Morti: rotondi, di vimini, con dentro biscotti, frutta secca e di martorana- la pasta reale
dipinta talmente bene da che pesche, arance, fichi e castagne sembravano veri.
una ballerina, ma non sempre. I colori erano sgargianti, diversi da quelli che si vedevano in
pasticceria.
[...] Papà ci portò in una pasticceria di fiducia. Potevamo scegliere il pupo che volevamo, purchè
piccolo. A me piacevano quelli tradizionali, e ce n'erano tantissimi tutti magnifici.
Il piumaggio dei galli era un arcobaleno di colori, i paladini erano modellati e dipinti tali e
quali a statuette di porcellana. Poi c'erano altri personaggi che non riconoscevo, alcuni fieri, ,
altri romantici. Tra le figure femminili, le pastorelle, le damine e le ballerine con tutù di tulle
corto e gambe procaci erano molto popolari.
[...] Anche quell'anno lasciai il mio pupo intatto sullo scaffale accanto al letto per almeno una
settimana.: lo mangiavo con gli occhi. Solo dopo cominciai a leccarlo. I pupi di zucchero non si
rompevano ma si leccavano, prima di dietro, per non sciuparli. poi dove si voleva: la coda la
gonna, le mani l'elmo, fino a quando tutto lo zucchero non diventava leggero come una sfoglia,
e fragile. io aspettavo il momento in cui si rompeva, o tra le mani o a forza di leccate. Mamma e
Giuliana non interferivano: potevo spezzarlo immediatamente, ma una volta rotto smetteva di
essere pupo e ritornava zucchero, e in quanto tale mi era tolto. veniva messo in una scatola di
latta, nel riposto, a cui non potevo accedere a volontà: non faceva bene alla salute, e nemmeno
ai denti. Per questo mi leccavo il mio pupo con grande cura, poco e di frequente, e in posti
diversi. Certe volte, grazie a queste attenzioni lo facevo durare fino a Pasqua. L'ultimo mi fu
sabato 1 novembre 2014
Paese che vai usanze che trovi
Messico
La farfalla Monarca e il Dia de los Muertos
La farfalla Monarca
è una delle tante specie di farfalle. E' di
colore arancio e nero. In Ottobre migra
dall'America del Nord verso la California e
il Messico.Viaggia per quasi 5
milachilometri. I messicani, in tutto
il paese, si preparano a riceverle con una
festa straordinaria che si celebra il 2
Novembre il giorno dei morti.
Nei paesi, nelle città, nelle case vengono
allestiti altari colorati
allestiti altari colorati
adorni di "cempasùchil", fiori arancioni di
stagione ( le nostre tagete) e composizioni
di scheletri di cartapesta.
enfoqueoaxaca.com
stagione ( le nostre tagete) e composizioni
di scheletri di cartapesta.
I calaveras, dolci a forma di teschio di
tutte le dimensioni, riempiono negozi e
piazze.
tutta la notte in un intenso dialogo con i
defunti.
www.demotix.com
Ai parenti scomparsi,che secondo le credenze
popolari scendono quella notte dall'aldilà
per partecipare con i vivi alla
festa, offrono vivande.
defunti.
Ai parenti scomparsi,che secondo le credenze
popolari scendono quella notte dall'aldilà
per partecipare con i vivi alla
festa, offrono vivande.
"In onore dei defunti si svolge dunque un
rituale che celebra la continuità della
vita.La morte, detta anche "La Pelona", è
presente infatti in ogni momento
dell'esistenza, nelle canzoni e nelle
rituale che celebra la continuità della
vita.La morte, detta anche "La Pelona", è
presente infatti in ogni momento
dell'esistenza, nelle canzoni e nelle
https://www.pinterest.com/ddhernandez2003/dia-de-los-muertos/
poesie: il messicano anche sulla morte ha
battute mordaci,si burla di lei,ironizza, la
corteggia, la nomina"allegramente" e,
battute mordaci,si burla di lei,ironizza, la
corteggia, la nomina"allegramente" e,
e volendo, senza annoiarvi, posso suggerire le mie due note dell'anno scorso.
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