SONO UNA MAESTRA IN PENSIONE. AMO LA COMPAGNIA, LA MUSICA, MI PIACE SUONARE, VIAGGIARE, COMUNICARE INTERESSI, SENTIMENTI, VOGLIA DI VIVERE. MI PIACCIONO LE PERSONE CHE NON SONO AVARE IN QUESTO SCAMBIO.

martedì 28 febbraio 2012

COPERTINA AI FERRI


DAL BAULE DELLA NONNA

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Ho sempre ammirato sul letto della mia nonna,

prima e successivamente l'ho potuta osservare sul

letto della mia mamma, una coperta bianca

lavorata ai ferri, con quei ferri sottili che si

usavano per fare le calze. Era detta la "coperta a

calcagno" forse perchè una parte del motivo si

realizzava  fer fare i  talloni delle calze.

Era bellissima, realizzata con un filo resistente e

brillante, della marca Pavone. che si vendeva a

matasse .

Sembrava un prato.

 Mi sono sempre detta. "Se diventerò nonna

realizzerò questo motivo" .  

DIVENTERO' NONNA...

Ho rivisitato i miei antichi Rakam ed ho trovato

 il motivo che avevo conservato con cura



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Ecco il risultato del mio impegno in attesa della mia nipotina
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martedì 21 febbraio 2012

Mario Lodi


Un grande Maestro


Il  17 Febbraio 2012 Mario Lodi ha compiuto  90

 anni.

Voglio anch’io fargli gli auguri ed unirmi a quanti, attraverso

l’iniziativa La scuola che vorrei,  glieli hanno fatti pervenire.

L’ho conosciuto attraverso i suoi libri: Il paese sbagliato, Se

questo accade a Vho, Il permesso, Cipì,  La mongolfiera…



Leggevo i suoi libri quando ho cominciato il mio lavoro nella

scuola, quando ero  insicura e inesperta, ma con tanta voglia di

capire e di imparare a svolgere bene il lavoro, che avevo  
 
sognato da piccola.


Il paese sbagliato è un  libro che ho  letto e riletto tante volte e

dal quale ho tratto grandi insegnamenti, che  hanno guidato le

mie scelte di maestra. 


Ho capito da questa lettura  quanto sia difficile, impegnativo,

MA DETERMINANTE nella formazione di un bambino,

l'impegno e il lavoro di un maestro.

 
Ho capito cosa significa fare di una classe una piccola comunità

dove tutti possano esprimersi, possano essere protagonisti, 

possano sviluppare le proprie capacità ed estrinsecare la 

propria creatività.


Ho capito quali metodologie ed attività  possono  rendere

PRODUTTIVO l’insegnamento.
Ho capito come le produzioni dei bambini possano essere i

contenuti  più belli che una scuola  possa  PUBBLICARE.


Ho capito  che SPETTA ALL’INSEGNANTE
"creare anche per i bambini il clima ottimale


nel quale sentiranno se stessi protagonisti, gli


altri come amici, e la diversità come arricchimento."



Al grande ed indimenticabile Maestro Mario Lodi




Grazie e

Auguri di Buon Compleanno

I disegni sono tratti dal libro Cipì di Mario Lodi, edizione Einaudi 1972

sabato 11 febbraio 2012

TELEPHONE WIRE BASKETS


L'IMBENGE
Gli zulu del Sud Africa per secoli hanno costruito canestri fatti

con erbe e foglie di palma. Questi cesti erano tessuti così stretti

da poter essere utilizzati addirittura per contenere la birra. Oggi,

 riprendendo la vecchia tradizione, gli zulu che vivono nelle

campagne hanno inventato un nuovo cesto: l'imbenge.


Esso è fatto interamente con i fili del telefono riciclati.

L'idea di utillizzare fili del telefono pare sia dovuta alle sentinelle

 che lavoravano a guardia delle fabbriche e della città durante

 l'apartheid. Per non annoiarsi ricoprivano i loro manganelli di

 fili colorati . L'idea fu trasferita all'intreccio di canestri e piatti.

Sono pezzi sorprendentemente creativi, ed unici (one of a kind).

Sono pubblicizzati come cestini resistenti,  lavabili,  con odore di

fumo (pare che li intreccino seduti attorno al fuoco).

Riproducono i colori dell'arcobaleno e sono utilizzati per la

 conservazione di prodotti alimentari.

  Ho appreso di questa tecnica  in

un negozio d'arte di Franschhoek nella zona dei vini (wine route)

 ad est di Città del Capo,  dove ho scattato queste foto. 



venerdì 10 febbraio 2012

Batacchi e marachelle






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Durante i miei viaggi, amo fotografare vecchi portoni con i loro

batacchi. Mi fermo ad osservarli per coglierne i particolari e

ritorno indietro nel tempo a quando ero bambina.
So perchè mi piace fare questo. Cinquanta-cinquantacinque 

anni fa quasi tutte le case avevano la porta con il batacchio, per

 cui ho impresso nella memoria diverse rappresentazioni 

decorate che ho sempre osservato girando per le strade (dalla

 mano a pugno che batteva su di una palla a facce sempre 

diverse,



 a rappresentazioni di animali o floreali). Noi bambini ci

 divertivamo a battere ripetutamente e con tutta la

 forza il batacchio e poi scappavamo. Ci piaceva il fatto che la

 padrona di casa si affacciasse alla finestra e dicesse: Chi è?

 Nascosti dietro un angolo della casa, silenziosi, ascoltavamo la

 padrona di casa che a volte imprecava contro di noi, altre volte

dimostrava tanta pazienza ed altre volte, se ci scopriva, non

 mancava di minacciarci: Vi ho visti eh!  Glielo dico a vostra

 madre quando la vedo! Questa minaccia non ci

 spaventava. Andavamo via contenti di aver scomodato e fatto

 arrabbiare qualcuno. In realtà, però,  dentro di me sentivo di

 non aver fatto una bella cosa e raccontarlo ai genitori era

 alleggerirsi un po' del peso di aver compiuto un'azione poco

 conveniente. E i nostri genitori?  Ci dicevano di non farlo più.

 Non era una bella azione. Ma allora perchè lo facevano anche al

 nostro portone!!!!!?????

 

venerdì 3 febbraio 2012

Lavorare a maglia



Teatro comunale di Cassano Ionio

...Svelta
svelta
mia calzetta
che ti devo
ormai finire...

Interno del teatro

Con questa frase si apriva il sipario e si dava  inizio ad  una

 commedia in un piccolo teatrino di paese.

Non ricordo di preciso quando, sicuramente un anno tra gli anni '50 e '60.

Ero una bambina e spettò proprio a me, seduta al centro del

palco,  con due ferri sotto al braccio ed una lunga calza

penzolante,  a dare il via allo spettacolo,  sferruzzando e

recitando la mia parte.

Fu proprio in questa occasione che imparai a lavorare a maglia.

Questo ricordo me ne richiama un altro: Suor Aurelia.

Era una suora robusta, non la mia preferita che però con infinita

 pazienza mi isegnava a far diritto e rovescio.

La ricordo seduta alla scrivania, con un viso rubicondo e

circondata da tante matite colorate. Le sue mani

avevano sempre un bellissimo odore di legno di matite

 appena appuntite, odore che adoro e che  ancora oggi mi

 richiama alla mente quei ricordi.

Grazie mille Suor Aurelia! 

immagine dal web